I volti dell’inclusione, la tavola rotonda Cisv 2021

Si è svolta come ogni anno la tavola rotonda del CISV 2021, un momento di confronto su temi che rappresentano profondamente la nostra associazione. Quest’anno abbiamo parlato di inclusione e percorsi di discriminazione. Questi i relatori delle Local Minded Organization (LMO) coinvolte:

Modera l’incontro Teresa Murari, Cisv Italia

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Il Centro di Cooperazione Internazionale di Trento e il progetto Ingrid

Il Centro di Cooperazione Internazionale di Trento è un’associazione no profit che si occupa di promuovere la cultura della pace e dell’inclusione attraverso un approccio di solidarietà alle situazioni globali. Durante la tavola rotonda Rossella Vignola ci ha parlato del progetto Ingrid (Intersecting Ground of Discrimination in Italy), un progetto sui temi dell’equità e dell’accesso sostanziale ai diritti. Ingrid nasce dal contributo concreto dello Sportello Antidiscriminazione di Trento e da casi di discriminazione che non hanno trovato un supporto concreto nelle istituzioni.

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Il progetto Ingrid vuole porre l’attenzione sulle discriminazioni multiple ed intersezionali, situazioni in cui due o più discriminazioni si combinano contro una stessa persona. E il risultato di discriminazioni multiple non è mai una somma ma è una moltiplicazione dolorosa e imprevedibile che causa un peso doloroso sulle spalle della persona discriminata.
Il concetto di “prospettiva intersezionale” che ci offre Ingrid nasce nell’ambito della ricerca teorica per evolvere in servizi sul territorio di supporto concreto alle potenziali vittime di discriminazione. Con il progetto Ingrid verranno infatti istituiti degli sportelli sia in Liguria che in Trentino. In Liguria gli sportelli saranno attivati in tutte le province, grazie al supporto di ARCI Liguria, in Trentino si avvarranno del supporto dello Sportello Antidiscriminazione di Trento.
Approfondire il concetto di intersezionalità è importante per svelare implicazioni molto pratiche, apparentemente nascoste, che incidono fortemente sulla vita delle persone discriminate.

 

Arcigay e la questione dell’identità di genere

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Da oltre 30 anni Arcigay lotta contro la discriminazione ed il pregiudizio verso le realtà LGBTQA+. Alberto Nicolini durante la tavola rotonda ha voluto porre l’attenzione su un concetto tanto semplice quanto fondamentale: nella vita di tutti i giorni, sia in famiglia che nel lavoro, è indispensabile offrire visibilità e ascolto agli episodi di esclusione e discriminazione spesso erroneamente percepiti come “normali”. L’incremento della visibilità degli episodi di discriminazione è un efficace strumento per generare dialogo e confronto anche al fine di offrire servizi più accoglienti al cittadino. In questo senso Arcigay Reggo Emilia fornisce da anni il proprio supporto tramite uno sportello dedicato.
L’obiettivo, sottolinea Alberto Nicolini, è de-costruire i preconcetti e i pregiudizi che tutti abbiamo dentro di noi inconsapevolmente. Serve una visione apolitica e apartitica volta alla concretezza del servizio al cittadino.

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Ma da dove nasce la discriminazione? Una domanda semplice che, secondo Alberto, trova risposta nella vita di tutti i giorni. La discriminazione nasce dalla paura di ciò che non conosciamo e può essere superata solo condividendo momenti di quotidianità e sviluppando interazioni arricchenti tra gli individui.
Se ci riflettiamo questa condivisione di esperienze somiglia molto al nostro learning by doing, il fondamento del CISV che punta allo scambio interculturale attraverso il “fare insieme”, partendo dai bambini di 11 anni, l’età in cui si partecipa il primo campo CISV, il Villaggio.

 

Ristorante In Galera, un progetto unico in Italia e nel mondo

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Silvia Polleri, in arte Nonna Galeotta ci ha parlato invece del mondo del carcere e di come sia indubbiamente un luogo di discriminazioni multiple ed intersezionali.
Ma come è nata la collaborazione tra Silvia Polleri e il Carcere di Bollate (Milano)? Silvia fu chiamata a collaborare con il carcere da un’illuminata direttrice Lucia Castellano, che un giorno le chiese a bruciapelo “Silvia tu vorresti aprire un catering in prigione?”
Silvia ridendo ce l’ha racconta come la “proposta indecente” che le ha cambiato la vita! L’idea di portare dentro il carcere una cucina di eccellenza era un’idea da pionieri, un modo innovativo per creare una contaminazione reciproca tra la società libera e il mondo del carcere. E così è nato il catering del carcere di Bollate, che gestisce oggi il catering di matrimoni e convegni di pregio, detenuti che lavorano assunti e con tanto di livrea e guanti bianchi. Un incontro tra il mondo del carcere e la società “libera” che di fatto lo rifiuta e dimentica.
Un incontro che riesce però ad avvicinare questi due mondi, li contamina e alla fine ne abbatte barriere e pregiudizi, offrendo ai carcerati la dignità che solo un lavoro ben fatto riesce ad offrire.
Ma su questi fantastici primi risultati Nonna Galeotta non si è fermata e nella diretta ci racconta di quando ha pensato ad una “birbonata” anche più grande del catering! Non le è bastato portare il mondo del carcere “fuori” tra la gente “libera”, ma ha portato le persone libere dentro il carcere. E come farlo se non ingolosendoli con deliziose leccornie?
Nonna galeotta ha creato infatti il primo ed unico ristorante in Italia, realizzato in un carcere e aperto al pubblico (a mezzogiorno e alla sera), in cui lavorano gli ospiti del carcere di Bollate detenuti, seguiti da uno chef e un maître professionisti. In questo ristorante i detenuti imparano o hanno già imparato la lavorazione dei cibi e sanno sorprendere i clienti con ricette esclusive e ben fatte.

Il ristorante si chiama InGalera e offre ai detenuti regolarmente assunti, la possibilità di riappropriarsi o apprendere la cultura del lavoro, mettendoli in rapporto con il mercato, il mondo del lavoro e la società civile.

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Un esperimento incredibile che viene oggi studiato a livello mondiale perché funziona e sono due i dati che lo dimostrano:

  1. la recidiva in Italia è mediamente pari al 70%, ovvero 7 carcerati su 10 quando escono poi ci ricadono, commettono un crimine e ritornano in carcere. Nel carcere di Bollate la recidiva scende al 17%;
  2. ogni giorno dal carcere di Bollate escono 250 detenuti per lavorare presso aziende o con il ristorante ed il catering di Silvia. È un numero elevatissimo se si pensa che è pari a quanti ne escono dai carceri di tutto il resto d’Italia.

Questi due dati forniti da Silvia Polleri vanno letti insieme e collegati tra loro. Ci mostrano infatti come il lavoro di contaminazione reciproca tra la società ed il carcere produca risultati importanti nell’abbattere la recidiva. E il carcere torna così ad avere il valore educativo che gli spetta.
Questo il messaggio di benvenuto nel ristorante InCarcere:

 

Guarda la live della tavola rotonda CISV Italia 2021!

Quanto serve il dialogo ed il confronto su questi temi e soprattutto come possiamo cambiare le discriminazioni che vediamo e che non condividiamo? Come CISV crediamo fortemente che il confronto con altre LMO sia sempre un momento di crescita e arricchimento. E quanto sopra è solo un piccolo assaggio di quanto puoi trovare nella live della Tavola Rotonda CISV 2021. Clicca qui per rivederla e buon divertimento!!