Storie di vita raccontate da ControNarrazioni – CISV Live del 28/02/2021

Prosegue l’impegno di CISV Italia nella lotta contro le discriminazioni, che si è concretizzato, tra l’altro, con la creazione della Task force JB LGBTQIAP+. La scorsa domenica 28 febbraio alle ore 20:30 è andato in onda un nuovo appuntamento con la CISV LIVE in cui si è parlato appunto di discriminazione, contrasto all’odio e tematiche LGBTQIAP+ (Lesbiche, Gay, Bisessuali, Transgender, Queer, Intersex, Asessuali, Pansessuali, tutte le altre identità).

La CISV Live di domenica è stata una chiacchierata di sessanta minuti con due rappresentati dell’organizzazione ControNarrazioni. Una diretta interamente dedicata ai diritti umani, per provare a comprendere i vissuti di chi viene discriminato, ma anche le motivazioni di chi discrimina.

Le bravissime Cloe Caricone e Sara Pedrazzi della Task Force JB LGBTQIAP+ di CISV Italia hanno intervistato:

  • Matteo Botto, pedagogista, ricercatore, fondatore e Instagram manager di ControNarrazioni
  • Ilaria Nassa, Caporedattrice di ControNarrazioni

 

 

Cos’è ControNarrazioni

ControNarrazioni è una ricerca, lanciata da Matteo Botto, per studiare le discriminazioni in Italia, comprendere i vissuti di chi le vive e le motivazioni di chi le ha agite. Inoltre, è un blog in cui si parla di diritti umani, contrasto all’odio, femminismo e tematiche LGBTI+.

Contronarrazioni-CISV-Italia-CISV-LIVE-28-02-2021

Già da questa breve presentazione si comprende quanto gli scopi di ControNarrazioni siano affini a quelli del CISV e quindi questa organizzazione possa essere considerata una LMO (Like Minded Organisation). «Ho dato vita a ControNarrazioni perché credo nella forza emancipativa delle storie», spiega Matteo. «Fin da piccolo ho conosciuto la discriminazione per via del mio corpo e del mio orientamento sessuale, e ritengo di averla superata grazie alle storie di coloro che l’hanno vissuta prima di me. Per questo ho pensato di dare vita a questa community online: per dare voce a chi non ne ha sradicando stereotipi e pregiudizi».

 

L’importanza dell’ascolto

Una delle pratiche importanti è l’ascolto. La discriminazione è infatti un fenomeno trasversale e capillare, ma molto individuale. Le dinamiche sono varie e vaste ed è difficile delineare regole comuni o parlare di categorie di discriminazione. Occorre quindi utilizzare la cosiddetta analisi intersezionale che propone di pensare a ogni elemento o tratto di una persona come inestricabilmente unito a tutti gli altri elementi per poter comprendere completamente la sua identità. Questo quadro può essere utilizzato per mostrare in che modo l’ingiustizia sistematica e la disuguaglianza sociale avvengano a partire da una base multidimensionale.

Quindi ControNarrazioni parte dall’ascolto, con l’obiettivo di conoscere e far conoscere le discriminazioni per contrastarle, da un lato, e permettere un nuovo atteggiamento di empowerment dall’altro, perché, come spiega Ilaria Nassa, l’autodeterminazione è un diritto! «Credo che le storie siano lo strumento principale con cui creare ponti tra le persone. Grazie alla narrativa e al cinema, ho preso consapevolezza di quanto sia necessario creare luoghi in cui ci si possa sentirsi liberi di esprimersi senza essere giudicati. È quello che cerco di fare in questo spazio: permettere a chiunque di sentirsi libero!»

Oggi il fenomeno dell’odio è molto sfaccettato. Ogni soggetto ha dei motivi per essere discriminato, ma anche per discriminare e quindi è necessario studiarne i fenomeni, dando voce alle individualità, senza banalizzare e semplificare. «Si tratta di fenomeni complessi quanto è complessa l’identità umana», prosegue Ilaria. «Gli stessi pregiudizi nascono come una difesa da pericoli e quindi possono anche essere legittimi e aiutare nella sopravvivenza. Il punto è comprendere quando il pregiudizio è fallace e provoca sofferenza».

 

C’è molto da fare …ma a che punto è l’Italia?

E l’Italia è un paese molto pregiudizievole. A livello LGBTQIAP+ ancora un italiano su 4 pensa che si tratti di una malattia e un italiano su 5 non vorrebbe un maestro elementare omosessuale, perché pensa che avrebbe effetti negativi sull’educazione dei suoi figli. Per quanto riguarda gli immigrati, almeno la metà di loro è stato discriminato almeno una volta, con un picco dell’80% nel caso dei ROM. E per arrivare alle donne, un italiano su 5 pensa che esse non siano in grado di dirigere un’azienda. Inoltre le discriminazioni basate su pregiudizi oggi viaggiano veloci ed esistono anche sui social media e coinvolgono anche le giovani generazioni.

«C’è tanto lavoro da fare! Occorrono un percorso educativo, ma anche leggi e tutele», aggiunge Matteo. «Perché, soprattutto nel caso delle discriminazioni sistemiche, c’è un sistema sociale e culturale discriminante alla base. Tutto quello che la società insegna di negativo e discriminante, purtroppo viene facilmente interiorizzato persino da parte di coloro che subiscono le discriminazioni».

Il lavoro di ControNarrazioni è molto importante, perché l’unico modo per evitare le discriminazioni è conoscere.  E la conoscenza è un processo che procede per piccoli passi.